Il feudo, dove è sorto il baglio, era appartenuto alla mensa vescovile di Mazara del Vallo sin dal 1093, quando il conte Ruggero fondò il Vescovato, concedendogli il “Casale Bizir” comprendente proprio tali fertili terre. Dopo l’unità d’Italia con la “legge Corleo” del 10 agosto 1862, il feudo venne messo all’asta e alcuni lotti vennero acquistasti dal nobile notaio Gaetano Basile, che mise a coltura le terre e vi edificò il maestoso baglio di cui prende il nome.
Il Baglio Basile presenta tutte le caratteristiche architettoniche dei bagli che, sin dal XVII secolo sorsero nelle campagne marsalesi. Le torrette presenti nel prospetto principale, la cui copertura è realizzata in conci di tufo, richiamano quelle tipiche degli stabilimenti vinicoli, presenti lungo il litorale di Marsala. I materiali in cui è stato edificato il baglio sono tipici del luogo: mattoni di tufo, i cosiddetti “cantuna” siciliani e il marmo grigio di San Vito.